Brand Naming
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Come mi chiamo? Dare un nome ad aziende e start-up

dare un nome ad aziende e start-up

Agenzia specializzata nel dare un nome ad aziende e start-up

Il successo di un’attività inizia con un lavoro di strategia e pianificazione per dare un nome ad aziende e start-up. Trovare il giusto brand (o product) name è una sfida estremamente stimolante per tutto il 37team – inclusi insospettabili web developer. Ma come funziona il processo di naming? Sono almeno tre gli elementi da tenere in considerazione per dare un nome ad aziende e start-up forte, d’impatto e in grado di distinguersi. La strada per dare un nome ad aziende e start-up o a un prodotto è più impervia del previsto, può essere lunga ed è importante limitare al massimo il fai-da-te. Dopotutto, un nome è (quasi) per sempre. E anche se gli esperti consigliano di non innamorarsi mai di un brand name, confessiamo che a volte qui in agenzia ha riecheggiato un certo rumore di cuori infranti. Inizia ora con noi a dare un nome ad aziende e start-up.

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Come mi chiamo? Dare un nome ad aziende e start-up

Il successo è (anche) questione di naming

Da poco abbiamo incontrato un imprenditore che aveva bisogno di dare un nome alla sua nuova attività. E forse non abbiamo ancora del tutto metabolizzato la gioia nel sentirlo dire «So che è una cosa molto importante, perciò voglio affidarmi a dei professionisti».
Quando si tratta di start-up o del lancio sul mercato di nuovi prodotti, il naming è una fase cruciale. È la ricerca di un nome perfetto, quello dal suono piacevole che sia evocativo senza cadere nella banalità né essere troppo didascalico.

La ricetta del nome aziendale perfetto

Trovare il giusto brand (o product) name è una sfida estremamente stimolante per tutto il 37team – inclusi insospettabili web developer. Ma come funziona il processo di naming? Sono almeno tre gli elementi da tenere in considerazione. Pronti a passarli in rassegna?

  1. La linguistica

Le parole non sono altro che un insieme di suoni, e i suoni hanno un impatto mooooolto forte sul pubblico, come non mancano di ripetere le nazi-linguiste di 37. Per un effetto elegante e sofisticato, il nome potrebbe contenere suoni percepiti come dolci (pensate alla /ʃ/ di Chanel); se invece la marca si presenta come forte e vigorosa, allora i suoni duri come /k/ o /x/ possono essere quelli giusti.
Altri aspetti importanti sono la pronunciabilità e la memorabilità: un nome difficile da pronunciare o da ricordare può allontanare il consumatore. E poi, la domanda da un milione di dollari: il nome potrebbe suonare ridicolo o – peggio – offensivo in altri Paesi?

  1. Il marketing

Le valutazioni più strettamente legate al marketing sono utili a determinare se il nome scelto è coerente con il posizionamento che si vuole dare al brand, se è in linea con la filosofia aziendale e se verrà accolto positivamente dal target di mercato precedentemente individuato. ‘Na cosuccia, insomma.

  1. La proprietà intellettuale

Un aspetto imprescindibile (ma a volte incredibilmente trascurato!) del processo di naming riguarda le questioni legali: è fondamentale assicurarsi che non esista già e che non sia stato registrato proprio*quel* nome in *quella* categoria merceologica.

Brand naming: la tecnica DESC

Béatrice Ferrari, tra i massimi esperti di naming e fondatrice di Synesia, ha messo a punto la metodologia DESC, un processo in quattro fasi di cui ci siamo innamorati e che abbiamo deciso di adottare anche noi in agenzia.

D: definire cosa e come deve esprimere il nome

Il dialogo con il cliente è il primo passo: è importante conoscere nel dettaglio i servizi che offre l’attività, oppure le caratteristiche dei prodotti. Bisogna analizzare a fondo i core values dell’azienda e avere chiaro qual è il pubblico a cui ci si vuole rivolgere.

E: esplorare

La parte più divertente: il brainstorming! In questa fase la creatività si esprime al massimo e si condividono tutte-tutte-tutte le proposte di nome, senza pregiudizi né autocensure. È possibile lavorare in gruppo oppure da soli, ma noi preferiamo stare attorno al tavolo della sala meeting e usare la lavagna (e un milione di fogli per prendere appunti).

S: selezionare

Ok, è stato bello tirare fuori tutti i nomi possibili, ma adesso è il momento di diventare spietati e armarsi di accetta: in questa fase infatti si tagliano tutte le proposte che non rispettano i criteri di linguistica e di marketing di cui abbiamo parlato prima.

C: controllare

È l’ultima parte del processo di naming e prevede la messa in atto di ricerche sulla proprietà intellettuale. Può essere una fase molto dolorosa, perché potremmo scoprire che il meraviglioso nome che abbiamo pensato è già in uso (e registrato!) nell’altro capo del mondo – o peggio, nel quartiere a fianco.

Ok, il nome è giusto!

La strada per dare un nome a un’azienda o a un prodotto è più impervia del previsto, può essere lunga ed è importante limitare al massimo il fai-da-te. Dopotutto, un nome è (quasi) per sempre. E anche se gli esperti consigliano di non innamorarsi mai di un brand name, confessiamo che a volte qui in agenzia ha riecheggiato un certo rumore di cuori infranti.

Hai una start-up ancora senza nome o devi lanciare una nuova linea di prodotti? Contattaci!